
LA CANNABIS, IL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE, E LA FIBROMIALGIA
La fibromialgia è una condizione patologica che provoca tutti gli effetti sopra elencati. La causa di questa malattia è stata dibattuta a lungo, ma i ricercatori stanno cominciando a metterne in relazione i sintomi con il sistema endocannabinoide. “Deficienze nei livelli di cannabinoidi potrebbero essere la causa soggiacente di numerose patologie alleviate dalla cannabis” – scrive Ethan Russo, consigliere capo alla GW Pharmaceuticals, in una estensione del suo articolo originale sulla carenza clinica di endocannabinoidi (CEDC), in cui ha fatto notare che il sistema endocannabinoide collega il nostro cervello con certe parti del corpo e certe funzioni; per cui, uno squilibrio di cannabinoidi nell'organismo potrebbe causare disturbi nella comunicazione. Egli spiega che il THC può rimpiazzare l'endocannabinoide naturale dell'organismo – l'anandamide, che riduce l'ipersensibilità. Uno studio condotto dalla dottoressa Mary-Ann Fitzcharles, professore di medicina alla McGill University, ha indagato le proprietà curative dei cannabinoidi su 302 pazienti affetti da fibromialgia e 155 con un altro disturbo del dolore cronico. Hanno trovato che il 72% dei pazienti affermano di aver bisogno di circa un grammo di cannabis al giorno, o meno, per avvertire una significativa riduzione del dolore nelle loro vite. E questa è un'ottima notizia, perché significa che esiste un'alternativa potenzialmente più sana ed economica che potrebbe essere usata in tandem con gli oppiacei od in loro eventuale Spasmi muscolari, tensione, e disturbi del sonno sono le caratteristiche distintive della fibromialgia.
Punti di attivazione situati al di sotto di muscoli contratti possono provocare dolore in differenti parti del corpo quando vengono sottoposti a pressione; ciò significa che gli spasmi muscolari si verificano con più probabilità durante la notte, interrompendo i ritmi del sonno. Una somministrazione notturna di cannabis può estendere il ciclo di sonno profondo ed aiuta ad addormentarsi.
Il CBD (un componente non psicoattivo) trovato nella cannabis si è rivelato capace di aiutare a trattare i sintomi della sclerosi multipla (MS) in topi da laboratorio, ed è stato in seguito studiato come trattamento per numerosi sintomi connessi con spasmi e dolori muscolari. Ed anche questo ha delle implicazioni per i sofferenti di fibromialgia.
Ciò dimostra che nella nostra ricerca di trattamenti potenzialmente sicuri, poco costosi, ed efficaci, la cannabis potrebbe trovarsi in prima linea. La maggior parte delle prove su cannabis e fibromialgia sono aneddotiche, ma la ricerca condotta finora è certamente positiva, e studi più estesi sono senza dubbio in programma per il futuro. Chissà, un giorno la cannabis potrebbe essere chiamata la risposta che stavamo cercando.Negli Stati Uniti, uno studio del 2012 del Collegio Americano di Reumatologia, rivelò che il 13% dei pazienti diagnosticati con fibromialgia utilizzavano cannabis terapeutica, e il 24% di questi utilizzava cannabinoidi per ridurre notevolmente il dolore che soffrivano I cannabinoidi si legano a specifici recettori (recettori CB, di tipo 1 e 2) nel sistema cannabinergico, un sistema legato alla presenza di cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi. I recettori CB1 e CB2 sono distribuiti in maniera molto differente, con i CB1 sostanzialmente concentrati nel sistema nervoso centrale (talamo e corteccia, ma anche altre strutture) ed i CB2 sostanzialmente nelle cellule del sistema immunitario. Il legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa una inibizione presinaptica del rilascio di vari neurotrasmettitori (in particolare NMDA e glutammato), ed una stimolazione delle aree della sostanza grigia periacqueduttale e del midollo rostrale ventromediale, che a loro volta inibiscono le vie nervose ascendenti del dolore. A livello del midollo spinale il legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa una inibizione delle fibre afferenti a livello del corno dorsale, ed a livello periferico il legame dei cannabinoidi con i recettori CB1 e CB2 causa una riduzione della secrezione di vari prostanoidi e citochine proinfiammatorie, la inibizione delle fosfolipasi A e C e del segnale doloroso. La Cannabis, ed in particolare il THC, è stata studiata nella terapia di varie patologie, con diverse modalità di somministrazione e risultati variamente soddisfacenti. In base ad una attenta revisione della letteratura è possibile identificare le patologie nelle quali l’efficacia della Cannabis è da ritenersi comprovata.
Studi correlati:
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0018440
L'obiettivo di questo studio era quello di indagare la possibilità che l'uso di Cannabis potesse sia alleviare i sintomi derivanti da fibromialgia che migliorare la qualità della vita di questo tipo di pazienti. Ciò che emerse fu che i partecipanti a cui venne somministrata la Cannabis riportarono una significativa riduzione del dolore e della difficoltà di movimento, oltre ad un miglioramento della capacità di rilassamento e della sensazione di benessere. Fu constatato, inoltre, un miglioramento dello stato di salute mentale rispetto ai pazienti a cui non fu somministrata la Cannabis. Fonte: US National Library of Medicine.
(varie fonti fra cui https://www.royalqueenseeds.it)